ciao ciao
ciao ciao
Ora che si avvicina il Ferragosto a Stella torna in mente lo stesso periodo di una manciata di anni fa, quasi quaranta, quando era in viaggio con Maria, la bambina delle formiche diventata ragazza (https://www.degae.info/portami-con-te/raccolte-di-storie-di-anda-e-rianda/raccolta-delle-storie-di-stella/1-2-3-storie-di-stella)), ed un’altra cara amica, alla volta della Sardegna.
Ricordi bellissimi anche se offuscati dal terribile caldo che in queste settimane ha fatto fuggire Stella dal Bel Paese per trovare refrigerio in nord Europa.
A quell’età non sentiva nè il caldo del treno regionale, che le stava portando a Civitavecchia, tantomeno la fatica del viaggio a bordo dei fantastici e gloriosi “Ciao”, verde, rosso e blu, da Golfo Aranci fino a Santa Teresa di Gallura: belle cariche, di entusiasmo giovanile nonchè di sacchi a pelo, tenda e vettovaglie varie, erano sbarcate dal traghetto e subito avevano imboccato la strada per la prima spiaggia utile dove tuffarsi in un meraviglioso mare cristallino, Capriccioli, non lontana dalla ben più nota Porto Rotondo.
In realtà per Stella quel viaggio, organizzato nell’ultimo mese, era un ripiego.
Durante i primissimi anni di università, bombardata da un milione di cose nuove e allettanti, era nata in lei la consapevolezza di provare, comprare un biglietto interrail, partire e girarsi la Turchia, magari non tutta tutta, ma una parte. Maria si sarebbe avventurata volentieri con lei ma, entrambe, non avevano considerato il “niet” dei loro genitori.
Il primo arrivò dal padre di Stella e per effetto domino lo ricevette anche Maria.
Stella dapprima si sentì profondamente tradita perchè suo padre, nonostante le sue proverbiali e infantili resistenze, l’aveva ben preparata ad essere una viaggiatrice provetta.
Con il passare dei giorni, diciamo settimane, aveva capito che non sarebbe riuscita a scalfire la resistenza del padre, la sua profonda paura nel pensare due ragazze sole in un territorio a lui sconosciuto, con diversi usi e costumi dai suoi e, fondamentalmente, ben lontano dagli standard culturali europei. E bisogna anche ricordare che un peso da novanta, in tante elucubrazioni genitoriali, ce l'aveva anche messo il film “Fuga di mezzanotte” (Midnight Express): non si sa per quale casualità suo padre lo aveva visto proprio in quel periodo e ne era rimasto scioccato. E, non ultima, informazione importante da tenere a mente, la sua ascendenza sicula che ogni tanto rifioriva, apparentemente dal nulla.
Così, dopo essersene fatta una ragione, Stella aveva rimesso in moto il cervello e, macinando idee su idee, aveva cominciato a passare al vaglio un discreto numero di mete.
Infine il lampo: non si sa da quale angolo recondito della sua mente era riaffiorato il ricordo del viaggio che un suo vicino di casa, di una decina d’anni più grande, aveva fatto con il suo “Ciao” in Grecia.
Aveva subito escluso la penisola ellenica, ricordando le strade che, da neopatentata, aveva percorso solo l’anno precedente in una vacanza estiva nel Peloponneso, così come la Corsica, anch’essa di fresca memoria. La scelta alla fine era caduta sulla più italica Sardegna, accettata dal padre con una risposta abbastanza inaspettata: “che bella idea hai avuto!”.
Stella non ha mai capito la velocità entusiastica della sua approvazione, il suo genuino sostegno a intraprendere quel viaggio. Eppure all’inizio degli anni Settanta la sua famiglia era stata in Sardegna con tanto di roulotte e barca al seguito, percorrendo quelle stesse strade non certo comode, ampie e sicure per nessuno, figuriamoci per le due ruote, motorizzate e non.
Ma di questo se ne era ricordato e reso conto solo al ritorno della figlia.
Durante la loro vacanza le tre ragazze avevano resistito a tutto: ai guidatori più "spensierati" che le avevano ripetutamente strette in curva durante i sorpassi, ai commenti bizzarri dei riccastri incontrati in Costa Smeralda, allo stupore nello scoprire una "Baia", completamente cementificata, ma vuota, spettrale, in attesa di essere popolata da parvenue di ogni dove, per essere poi chiamata amorevolmente "Sardinia".
Avevano calpestato sabbie bianchissime, si erano bagnate in acque paradisiache, avevano visitato isole, camminando nell’acqua tra una è l’altra, navigato attraverso le bocche di Bonifacio e poi, davvero stanche ma infinitamente arricchite da tutto questo, ripreso la via per il “Continente”, con imbarco ad Olbia.
Nonostante il lento ammutinamento del motorino che sulla carta era il migliore, quello verde, gentilmente e amorevolmente offerto per l’impresa dal fratello di Stella, le tre eroine erano riuscite ad arrivare in città, scroccare una strana cena da uno ancor più strano compagno di università, e poi trascorrere la notte in un malfamatissimo hotel del porto ed infine, l’indomani, caricare tutto sul traghetto e lasciarsi alle spalle quella terra da sogno.
Un’impresa memorabile, entusiasmante, rivelatesi, almeno per loro, irripetibile.
Ed anche la prima estate in cui la pelle lunare di Stella aveva virato verso una ben più salutare doratura: forse perchè si era finalmente liberata dalla schiavitù dello zucchero mattutino?!? Infatti, dopo che le voracissime formiche della Costa Smeralda avevano pasteggiato per giorni alla loro mensa, era sta presa la drastica decisione: vita amara per tutti!
L’anno successivo Stella e Maria erano poi riuscite a conquistare il placet dei genitori per il loro primo viaggio interrail: finalmente a portata dei loro attrezzatissimi zaini, ma stavolta non di tenda, bensì di sistemazioni fantasiose, sarebbe arrivata l'esperienza meravigliosa, e ancor più ecologica, di un lungo tour a bordo di non so quanti treni!
Per quieto vivere era stata esclusa la Turchia in favore di un giro attraverso gli stati dell'Europa Continentale. Quanta architettura per Stella, ma povera Maria!
Era ancora il tempo in cui ci si fermava al confine a mostrare i documenti, ma questa è un'altra storia.