mano nella mano
mano nella mano
Stella ed Heinrich, dopo il trasloco di marzo 2021, sono tornati a Bad Mergentheim, ma solo per mere questioni lavorative.
Così anche stavolta sono qui per due giorni di riunioni organizzate al Drillberg, l’ampia tenuta collinare che l'esercito, anni ed anni fa, ha ceduto per quattro spiccioli alla Würth.
Non fa freddo ma piove, piove, piove.
Heinrich è schizzato prestissimo in ufficio mentre Stella, dopo un primo tentennamento, si è armata di un ombrello più grande di lei ed è uscita sotto il diluvio.
Ha ripercorso una ad una le tappe che hanno caratterizzato le passeggiate che lei ed Heinrich, mano nella mano, facevano nella piccola cittadina francòne.
Ho sottolineato "mano nella mano" perché è un tratto distintivo delle coppie tedesche, di ogni età.
Stella non è stata mai particolarmente espansiva, certamente un pò più di sua madre e sua zia, spesso sfottute da lei e suo fratello per l’innata incapacità ad esprimere sentimenti con naturalezza. Ha invece subito notato il romanticismo gentile di Heinrich che, dal primo giorno, ha cercato la sua mano.
E poi, trascorrendo sempre più tempo in Germania, girandola da nord a sud, da est a ovest, si è resa conto di quanto sia normale vedere persone che si tengano per mano.
Ma oggi è uscita sola soletta, in balia di vento e pioggia, tenendo saldamente il suo maxi ombrello, che però non è riuscito ad evitarle di tornare in albergo con i piedi nell'acqua, nonostante a metà percorso sia arrivato il sole.
Ha fotografato tutti i posti che avevano fatto da cornice ai suoi giorni a Bad Mergentheim: lo Schloss, il Kurpark, il Rathaus dove si è sposata con Heinrich.
Ma anche i locali frequentati: il Caffè Europa, la Gelateria Italiana con il gelato migliore mai mangiato, il kebab tanto frequentato nei primissimi mesi.
Un vero tuffo nostalgico.
Rientrando in albergo ha però avvertito forte il dolore che aveva provato sei anni prima al solo sentir parlare di un possibile trasferimento a Berlino.
In quel momento Bad Mergentheim rappresentava per lei una nuova vita, la vera prima casa con Heinrich.
E che casa!
Lasciare una tana tanto bella ed accogliente, organizzata con amore in sette lunghi anni, le sembrava uno strappo inaccettabile.
Non voleva considerare neanche per un attimo che quegli anni erano stati per Heinrich altrettanto lunghi, ma ben diversi, sicuramente più difficili da sopportare.
Completamente offuscata dalla difficoltà che un tale passo avrebbe comportato non vedeva altro che il suo punto vista, e per questo non dava alcun peso alla solitudine provata da Heinrich in quella casa, bellissima, ma la maggior parte del tempo riempita della sua sola presenza.
Stella aveva il lavoro, suo figlio, sua madre, mentre Heinrich oltre all'ottimo impiego in azienda poteva sfoggiare solo il ruolo di custode della loro „reggia nel Webersdorf“, il quartiere residenziale più bello della città,
Heinrich aveva comprato una bici di seconda mano per percorrere in solitaria i sentieri boschivi in collina. Qualche uscita con colleghi internazionali, mai tedeschi, per la spiccata chiusura che si annusa oltralpe. Poco altro.
Era in costante attesa di riprendere la passeggiata mano nella mano con la sua Stella.
E lei oggi, camminando per le strade di Bad Mergentheim, ricorda la sua fifa di allora.
Paura di affrontare un trasloco che poi, con la pandemia da Covid tra i piedi, si era rivelato più che difficoltoso tanto che, dopo il primo, era subito arrivato il secondo.
In quei momenti aveva un terrore incontrollato di perdere la tranquillità conquistata con lo sforzo di anni, terrore paralizzante di far cadere la fantomatica pallina dall'equilibrio instabile che, ferma sul cucuzzolo per puro miracolo, è sempre in procinto di precipitare a valle.
Ma solo oggi capisce la sua più grande insicurezza, che poteva essere deflagrante: ritrovarsi in una metropoli caotica, chiassosa, spaesante, che la travolgesse con una velocità che non era la sua.
Lei, pur essendo una creatura di provincia, aveva vissuto molto lo shakeraggio della città eterna. Suo padre, nato e cresciuto accanto alla Basilica di San Giovanni, una volta conseguita la laurea, ne era fuggito a gambe levate pur conservando uno controverso cordone ombelicale con la mamma rimasta vedova pochissimi anni prima.
Innumerevoli i fine settimana della sua infanzia trascorsi in una Roma in cui, tra l‘altro, viveva la maggior parte dei suoi parenti, materni e paterni e quindi obbligo di visite da una parte e dall'altra, per non scontentare nessuno.
Quello che vedeva dal finestrino dell'auto o del bus, o camminando nel quartiere di suo padre, era caos sociale.
Spostandosi di qua e di là, tranne rare eccezioni, sopra ogni cosa spiccava un altrettanto incontrollato caos edilizio.
Sovrabbondanza, questa è la parola giusta per dare una chiara rappresentazione delle sue memorie romane.
Nonostante sua nonna fosse una privilegiata, un personaggio sopravvissuto al cinema muto, nonostante avesse sempre vissuto in un meraviglioso villino degli anni venti, di fronte alla residenza dell'ambasciata britannica, Stella non riesce tuttora a dimenticare l‘odore acre di quella città tanto sporca.
Una città che ti lascia senza fiato ma che, al contempo, puzza di secoli di incuria.
Stella in cuor suo aveva sempre amato Roma. Criticata si, ma agognata.
La ama tuttora e soffre per questo amore.
Forse le aspirazioni di suo padre, che esulavano dalla carriera, dai soldi, tendendo invece ad una sana vita tranquilla con moglie e figli, senza dover dimostrare nulla a nessuno, le hanno segnato una strada obbligata.
Non è dunque strana neanche la fuga di suo padre da Milano, all'inizio di una carriera aziendale che, probabilmente, lo avrebbe posizionato in una fascia molto protetta.
Stella era cresciuta così: guarda Roma ma restane fuori; Milano non guardarle neanche, non ne vale la pena.
A Bad Mergentheim, pur frequentandola solo di tanto in tanto, aveva trovato un rifugio tranquillo. Perché abbandonarlo?
Non voleva ammettere che lei ed Heinrich non stavano vivendo quegli anni allo stesso modo. Non voleva neanche dare una chance a Berlino.
Subito dopo la caduta del muro l'aveva sfiorata, ovviamente da ragazza con lo zaino in spalla, da studentessa che plana sulla città, che ne vuole percepire solo la storia e le emergenze. Cosa si può capire in un interrail?
Stella ed Heinrich sono a Berlino da quasi cinque anni e, pur girando come trottole nel tempo libero, pur volendo "mappare" ogni angolo, hanno ancora tanto da percorrere e chissà quanto da scovare. Imparano e poi si dimenticano, guardano e poi la memoria non li sostiene.
E di materiale da vagliare ce n'è a bizzeffe.
Una cosa Stella l'ha capita veramente, ma solo oggi.
Heinrich è stato ad aspettare. Paziente.
Stella si è finalmente resa conto che la minuscola cittadina, che le aveva dato tanto conforto all'inizio della vita insieme ad Heinrich, si è moltiplicata, replicata una, due, dieci e più volte a Berlino.
L‘amato Kurpark di Bad Mergentheim, meraviglioso e curatissimo, dal foliage insuperabile, lo ha ritrovato nei mille percorsi verdi berlinesi. Magari privi della perfezione che caratterizza le terre francòni, ma ottimi luoghi dove respirare bene e pensare senza affanno.
Stella non può far altro che ammettere quanto Heinrich avesse avuto ragione sin dall‘inizio. E lo fa.
Sono queste le cose positive di passeggiare mano nella mano.