fragole o mele, questo è il dilemma
fragole o mele, questo è il dilemma
Appena approdata in Brandeburgo Stella aveva fatto la conoscenza dell’impero Karl’s, ma lei ancora non poteva immaginarne la vastità.
In primavera infatti un vicino di casa aveva regalato ad Heinrich un barattolo di marmellata di fragole. Stella l'aveva trovata buonissima, diversa da ogni altra provata prima di allora.
Sperava non finisse mai, così da centellinarla mattina dopo mattina sopra il suo pane tostato della colazione.
In estate poi, durante un giro sul mar Baltico aveva fatto una grande scoperta: un parco a tema fragola sull’isola di Usedom. Quello era il regno di Karl!
L’anno successivo, trasferitasi con Heinrich a Berlino, aveva avuto la bellissima sorpresa di trovare a fianco della stazione della U-Bahn del loro Kiez un meraviglioso stand fragolona a marchio Karl. Stella non potendo credere ai suoi occhi: aveva comprato subito un enorme cestino di fragole fresche e ben sei barattoli di marmellata.
Mai mangiati frutti più dolci e succosi! Dopo averle gustate un bel po' a morsi, ne aveva preparate altre in macedonia e, per finire, si superò con uno squisito tiramisù di fragole.
Non contenta, nei mesi successivi, si sfinì talmente di pane e marmellata che per i tre a anni a seguire se ne tenne bene alla larga. Solo ultimamente ha avuto voglia di riassaggiarle fresche e di portare a casa un barattolo di confettura.
Ha anche capito che non è il caso di farne incetta perché i box fragolona sono in ogni angolo di Berlino.
Una cosa di cui invece Stella non riesce mai a stancarsi è un dolce a base di mele, sia essa strudel o qualsivoglia altro tipo di torta. Importante che ci siano mele belle cotte a creare una crema deliziosa. Pensare che lei detesta le mele, non ne sopporta la consistenza: le viene un brivido lungo la schiena appena avverte che qualcuno si appresta a sbucciarne una.
Al contrario adora sapore e consistenza della mela cotta e, per questo, le torte di mele per lei sono una vera leccornia.
Nonostante ne abbia mangiate non si sa quanti tipi, e in Germania ne fanno veramente tantissime varianti, Stella ha sempre nella bocca, nella testa e nel cuore, la torta di mele di zia Nia.
Nella sua vita questo dolce c’è sempre stato. Ovunque incontrasse le “gemelle“, ovvero le due più care cugine di sua madre, insieme o separate, la torta era sempre con loro. O se la portavano appresso o la facevano anche ad occhi chiusi quando erano loro ospiti.
Stella e suo fratello non avrebbero potuto concepire di passare del tempo con loro senza gustare la fantomatica torta.
Era anche la merenda ideale dopo aver trascorso ore ed ore sulle piste da sci di Monte Livata. Rendeva a Stella molto più sopportabile il supplizio della settimana bianca.
È sempre stata chiamata “torta di mele di zia Nia“ perché probabilmente l’avrà introdotta lei in famiglia ma Stella, che era stata l’ultima arrivata, l’ha vista
preparare molte volte anche da zia Sesa. In realtà, per molto tempo, le “gemelle” per lei erano state una cosa unica. Non conosceva i loro pregressi ma solo la loro vita insieme nella magica casa di Palestrina, la prima vera villa che Stella avesse mai visto: non grande, ma elegante, articolata, con bellissimi quadri e oggetti riportati dai tanti viaggi intorno al mondo e, soprattutto, un bellissimo giardino con prato immenso ed una vista strepitosa su Roma che lasciava senza fiato. Era la casa che zia Nia e suo marito, che Stella non aveva mai conosciuto, avevano fatto costruire negli anni Sessanta a loro immagine e somiglianza: un meraviglioso nido per due, con ogni tipo di comfort, addirittura un appartamento per la “servitù”…a scriverlo oggi viene quasi l’orticaria ai polpastrelli.
Torniamo alla torta.
Si puliscono 4-5 mele Golden, le più indicate per i dolci, non aspre e a pasta morbida, tanto da creare in cottura una vera e propria crema. Una vera e propria delizia per Stella.
Si dividono in quattro spicchi che, una volta eliminato il torsolo, si tagliano a fettine sottili e si mettono in una ciotola. Si aggiunge parte dello zucchero, la buccia grattugiata ed il succo di un limone. Una volta mescolato per bene, in modo che il limone possa frenare l’ossidazione delle mele, si copre la ciotola e si lascia riposare in frigorifero per almeno un paio di ore.
Trascorso il tempo necessario, in un’altra ciotola si mescola lo zucchero alle uova e poi si aggiunge il burro fuso a bagnomaria ( zia Nia negli anni Settanta usava la margarina…periodo di innovazioni a volte non troppo sane), dopo averlo utilizzato ancora in panetto per ungere una pirofila rettangolare media. Infine si aggiunge la farina, che può anche essere diversa, meno raffinata rispetto alla “00” che tuttora adopero Stella, insieme ad un bustina di lievito istantaneo per dolci e ad un pizzico di sale. Dopo aver mescolato in modo da ottenere una pasta omogenea, si incorporano le mele che erano a riposo, si mescola ancora un pò e poi si versa il composto nella pirofila imburrata. Si inforna a forno preriscaldato, circa 150 gradi, in modo che la cottura sia graduale e le mele acquistino, solo alla fine, un bellissimo colore ambrato in superficie.
Viene servita a porzioni rettangolari, non a spicchi, e risulta alta 3-4 cm.
Una amica di Stella, in un pomeriggio di settembre, ne mangiò non si sa quante porzioni, tanto che sua madre, oltre a rimanere incantata dal suo fascino così spontaneo, fu talmente contenta del successo della torta che ancora oggi, dopo quasi 30 anni, ne conserva un bellissimo ricordo.