aspettando la luce
aspettando la luce
Se non si sopporta il caldo asfissiante non è detto si debba per forza amare il freddo e la neve.
Stella non ama gli estremi, pur tirando fuori molto spesso un carattere tanto determinato da apparire poco flessibile e disponibile al confronto.
Questo è il bello del genere umano: la imperscrutabilità della mente
Sabato, dopo il consueto lungo viaggio in partenza dal cuore verde del Belpaese, Stella si è trovata catapultata nel freddo e gelido clima berlinese di fine novembre.
Finora aveva accettato il cambiamento climatico, Italia-Germania, dovuto ai continui anda e rianda da nord a sud, da sud a nord, perché aveva sempre voluto considerare il valore aggiunto della pluralità, e quindi cogliere il meglio dei posti in cui vive. Purtroppo non sempre questa positività si manifesta in tutto il suo splendore nel momento in cui è presente Stella.
Ad esempio ha ben imparato che a Berlino sarebbe ottimo vivere in estate quando in Italia, soprattutto in pianura, si boccheggia, ma anche nello scintillante periodo di avvento e natalizio quando i mercatini riempiono di colori e sapori le piazze e le vie cittadine.
Sin da bambina sa invece che in centro Italia i periodi migliori per godersi belle e lunghe giornate di splendida luce sono la primavera e le settimane che da fine estate arrivano fin quasi a metà novembre.
Ma in questo “anda” in Germania ha anche imparato che, se si arriva a Berlino con mal di gola e raffreddore, sarà dura poi ritrovare un sano spirito di avventura e uscire di casa, cuccia calda e accogliente, per riprendere il cammino, interrotto dall’ultimo “rianda”in Italia, lungo marciapiedi spruzzati di neve, con temperature intorno allo zero termico.
In questo periodo bisognerebbe mettere il naso fuori casa da mezzogiorno non oltre le due del pomeriggio, perciò pranzare e uscire per una passeggiata scaldati da flebili e tiepidi raggi prima che il sole riprenda la discesa. Ma la pigrizia è tanta e tale che quello che si faceva, anni ed anni fa, armandosi di marsupio o passeggino, per far respirare aria salubre al proprio cucciolo bambino, ora, a latitudini molto più fredde, non si ha più il coraggio e la voglia neanche di pensarlo.
Spiaggiarsi sul divano, accanto alla grande vetrata del wintergarten, è la soluzione che sembra ampiamente più ragionevole.
Uscire dalla tana diventa solo una pura e semplice necessità per riempire frigorifero e dispensa, in modo da procacciarsi quel tanto di frutta e verdure fresche che una sana alimentazione richiede.
Le giornate qui, più che in Italia, sono corte e le ore di luce si devono sfruttare velocemente, ma Stella, pur lavorando in casa, si è imposta i tempi lavorativi di Heinrich. Per questo attende il suo rientro dall’ufficio per uscire insieme quando ormai la sera ha preso il posto del crepuscolo del pomeriggio: si dirigono in tutta fretta verso il supermercato più vicino evitando di pattinare rovinosamente lungo i marciapiedi.
Non devono dimenticare di bardarsi come l'Omino Michelin, personaggio di giovanile memoria, sovrapponendo strato a strato a mò di due grosse cipolle. Nel farlo Stella prova quasi la stessa sofferenza che la pervadeva giornalmente durante le settimane bianche di milioni di anni prima.
Accetta questa tortura solo perchè dal giorno che segue il Totensonntag, ultima domenica prima dell’Avvento, in cui la Chiesa protestante commemora i defunti, apriranno i numerosissimi e variopinti mercatini natalizi in altrettante piazze berlinesi.
E’ questo che le dà la vitalità e la gioia per attraversare il lungo periodo di buio forzato.
Improvvisamente le persone si riversano all’esterno per bere, mangiare, comprare.
Non che Stella beva, mangi e compri tanto. Lei insegue soprattutto lo scintillio delle luci che per qualche settimana prendono il posto delle tenebre fredde e oscure, la vera e unica bellezza di questo periodo dell’anno.
Durante il Totensonntag, l’ultima domenica senza luci, Stella ed Heinrich, bardati come più non avrebbero potuto, hanno passeggiato lungo i nastri di verde su cui si affacciano le splendide ville di Dahlem, e poi si sono ritirati nella loro calda casetta.
Tra uno starnuto e l’altro a Stella non è rimasto che scaldarsi con un ottimo tè nero bollente preparato da Heinrich e guardare fuori dalla grande finestra sperando che l’indomani l’aurora, ammirata al risveglio, non debba lasciare il posto al tristissimo cielo plumbeo carico di neve.
Un modo salutare per sfuggire al freddo che l’aveva pervasa mentre sotto i loro passi scricchiolava un affascinante tappeto di foglie gelate, ma che non ha scongiurato il peggioramento meteo dei giorni successivi.
Un po 'di neve è infatti arrivata.
La bella notizia è che dal prossimo weekend Stella sarà senz’altro in forma per scegliere tra la vastissima offerta di mercatini che risplendono in ogni angolo di Berlino, da nord a sud, da est ad ovest.
Speriamo ce la faccia.
Il Glühwein (vin brulé) sarà l’unico buon rimedio contro il freddo.
Parola di Heinrich.